20 OTTOBRE 2015
GHANA
I Testimoni di Geova in Ghana si mettono subito all’opera dopo l’alluvione
ACCRA (Ghana). Alla fine di agosto 2015, i Testimoni di Geova hanno completato le operazioni di soccorso ad Accra, la capitale del Ghana, dove una grave alluvione aveva devastato proprietà e ucciso più di 200 persone.
Anche se nessun Testimone ha perso la vita, circa 250 di loro sono stati costretti a lasciare le proprie case. Il 4 giugno 2015, il giorno dopo l’alluvione, la filiale dei Testimoni di Geova del Ghana ha formato un comitato di soccorso, che si è occupato principalmente di soddisfare i bisogni immediati delle vittime provvedendo coperte, vestiti e acqua. Inoltre il comitato di soccorso ha organizzato lavori per ripulire e riparare le abitazioni danneggiate dall’alluvione. I Testimoni che vivono nella zona di Accra hanno messo a disposizione temporaneamente le loro case per dare ospitalità ai compagni di fede sfollati.
L’alluvione ha causato un’esplosione in una stazione di rifornimento che ha danneggiato le condutture di Adabraka, interrompendo la fornitura d’acqua nella zona. La filiale ha provveduto ai Testimoni e ai loro vicini un serbatoio d’acqua presso la Sala del Regno di Adabraka, luogo di culto dei Testimoni di Geova.
Sabato 6 giugno la filiale ha inviato due équipe mediche, composte da un totale di cinque dottori e due infermiere Testimoni, per prendersi cura dei loro compagni di fede e di altri nei quartieri di Alajo e Adabraka. Le équipe hanno curato varie malattie come malaria, infezioni polmonari e diarrea. Inoltre rappresentanti della filiale e Testimoni locali hanno visitato i compagni di fede per dare conforto a livello emotivo e spirituale.
Nathaniel Gbedemah, portavoce dei Testimoni di Geova in Ghana, ha commentato: “Siamo molto tristi per la devastazione e per le morti provocate dall’alluvione ad Accra. Come i Testimoni di Geova hanno fatto in altre parti del mondo, anche noi stiamo facendo tutto il possibile per soddisfare i bisogni emotivi, fisici e spirituali di chi è stato colpito da questo disastro nella nostra comunità”.
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